Risultati di un’indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria in 9 regioni italiane. Nel periodo marzo 2020/marzo 2021 incremento dell’84% per patologie di interesse neuro-psichiatrico rispetto al periodo pre-covid (marzo 2019/marzo 2020).
Aumento degli accessi:
+147% per ideazione suicidaria
+115% per depressione
+78.4% per disturbi alimentari
Aumento dei ricoveri:
+134% per ideazione suicidaria
+41,4% per depressione
+31,4% per disturbi alimentari
https://www.panoramasanita.it/2021/10/13/pronto-soccorso-piu-84-di-accessi-dei-minori-per-disturbi-neuropsichiatrici/
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Grida la politica, grida il mercato, gridano i media,
gridano i social, grida la scienza, grida la folla.
Grida l’essere umano assetato di scontri,
grida di terrore perché ha perso la strada.
Grida contro il primo che incontra per strada.
Grida per convincere anzitutto se stesso.
Questo ho imparato.
Chi grida per convincerti lo fa perché neanche lui crede
in ciò che dice e spera che, convincendo te, convinca se stesso.
Grida la madre di tutte le paure.
Grida l’essere umano perché non vuole morire.
Perché s’era fatto convinto che la morte era scomparsa.
Se l’era dimenticata preso com’era ad acquistare prodotti d’ogni sorta che il mercato subdolamente impone in gran quantità.
Grida la quantità. Gridano tutte le cose che riempiono tutte le case
e i negozi e le menti. Grida la terra perché non regge più il peso
di tutto questo comprare avere buttare.
Sospeso in un silenzio siderale grida questo mondo – permettetemi di dire – adulto. Mondo progressivo, adulto e maschio.
Mondo di idee, mondo di guerra.
L’uomo, l’idea, la guerra.
Una specie di trinità.
Gridano i grandi della terra pur avendo una voce costantemente amplificata. Gridano il loro potere. Gridano la loro paura.
E nel silenzio, silenzio che sta sotto le grida (sibilo sottile di anime fragili), nel silenzio siderale, i più piccoli – piccoli per giovinezza, piccoli per vecchiaia, piccoli per povertà, piccoli per limitazioni del corpo o della mente, piccoli per alcol o per droga, piccoli per origini o provenienza, piccoli per troppo amore, piccoli per un passato troppo grande – pagano.
Cosa regge il mondo?
Si dirà la politica o l’economia o qualche altra diavoleria. No.
Sono i piccoli, nel silenzio, che reggono il mondo. Su di essi, da sempre, rotola l’umanità adulta e maschia, piena di idee e di guerre, piena di forza e di paura. Tra il fuoco incrociato di grida violente – quand’anche chi urla sia dalla parte della ragione, quand’anche chi urla pensi di farlo per il bene degli altri, quand’anche chi urla abbia dalla sua tutte le statistiche e le percentuali di questo mondo – ci si chiede da che parte stare. Sopra o sotto? Destra o sinistra? A o B?
0 o 1?
0-1.
Sistema binario. Bello-Brutto. Buono-Cattivo. Male-Bene.
Mi verrebbe da chiedere chi mai, nella storia, ragionando in questo modo, abbia fatto qualcosa di buono? E, sommessamente, vorrei ricordare che ogni massacro ha avuto inizio quando qualcuno ha cominciato ad urlare cosa è bene e cosa è male. Quando qualcuno non ha più sopportato che la vita fosse così complessa, così ricca, così bella, così femminile. Quando qualcuno, incapace di contenerla, pieno di rabbia per non poterla controllare, per non poter controllare la vita propria e altrui e quindi, in definitiva, la morte,
ha deciso di urlare cosa è bene e cosa è male. 0-1. Sistema binario. Binario morto.
E nel silenzio prodotto da tutto questo frastuono, i piccoli pagano.
Pagano lo smarrimento, la paura, la rabbia, la smania di controllo che diventa immediatamente imposizione, violenza e sopruso. Pagano le piccolezze dei grandi.
Da una parte “prendi la medicina!”
Dall’altra parte “svegliati!”
Quanti punti esclamativi.
E, chissà, magari a digitarli sono gli stessi che citano il socratico
“So di non sapere.”
Che stanchezza.
Queste verità, qualunque essa siano, non m’interessano più.
Non m’interessa ascoltarle da chi urla. Sono uomo di teatro e l’esperienza mi dice che la forma parla della sostanza, che il modo è un riflesso del contenuto. E dico di no. Senza rabbia. Lo dico in silenzio. Lo dico con un mezzo sorriso. Come lo si dice ai bambini. Perché di questo si tratta: di bambini.
Da ogni parte si fa appello ai più deboli.
Come potete credere che io possa credervi?
Dopo che, per decenni, ve ne siete fregati ed avete compiuto, inarrestabili e senza vergogna, azioni che minavano l’esistenza stessa di miliardi di piccoli del mondo, come potete pensare
che io vi creda? No, non è lo spirito di comunità che vi muove.
Alcuni sì. Alcuni sono spinti da uno spirito di comunità.
Sono pochissimi e splendidi: sono i piccoli infiltrati tra i grandi. Gente veramente seria!
Ma per il resto, secondo un recente studio condotto dall’M.I.P.
(Mio Intuito Personale), per il resto è la paura che vi muove.
Me lo dice la vostra rabbia. La vostra ira funesta. Il vostro modo di trattare gli altri. La vostra cecità che vi porta a colpire chiunque interrompa la vostra corsa verso il salvataggio.
Volersi salvare è cosa umana.
È spirito di sopravvivenza.
Ma sono gli occhi a fare la differenza.
Ci sono quelli iniettati di sangue
e quelli prosciugati dalle lacrime versate.
Ci sono quelli che ti respingono
per paura di perdere tutto quello che hanno
e quelli che ti accolgono
con il rischio di perdere anche il poco che hanno.
I giovani.
I giovani non sono solo i giovani. I giovani sono l’anima del mondo. Sono germogli e, in quanto tali, sono estremamente sensibili. Sentono tutto. Magari a qualcuno non interessano i giovani.
Può essere.
E a chi non interessano vorrei solo dire di pensarli come fossero una cartina tornasole. Come fossero il termometro più affidabile dell’umanità. Sentono tutto. Sentono quello che tutti, anche se nascostamente, sentiamo. Sentono quello che sentiamo tutti anche se siamo convinti di non sentirlo. Sotto alcuni aspetti sono delle guide. Ti dicono: “Ascolta bene… tu stai sentendo questo.”
Non farò appello al senso di comunità, no:
farò un appello di carattere squisitamente egoistico.
I piccoli.
Abbassiamoci.
Smettiamo di urlare.
Avviciniamoci.
Ascoltiamoli.
Perché loro, e solo loro, sono in grado di salvarci veramente.
Perché loro siamo noi stessi senza infingimenti, senza maschere, senza potere. Perché loro sono la nostra nudità.
Loro siamo noi quando smettiamo di urlare.